Gli stimoli dell’attività elettrochimica del cervello umano generati dagli effetti dei cosiddetti battiti binaurali (dall’inglese: binaural beats), sono stati studiati e sperimentati in laboratorio, per la prima volta, negli anni Settanta, dal Dr. Gerald Oster, neurologo alla clinica newyorkese Mount Sinai.
Brevemente le onde cerebrali, generate dall’attività elettrochimica del cervello, hanno una frequenza calcolata in cicli al secondo, o Hertz (Hz), che varia a seconda del tipo di attività in cui il cervello è impegnato e può essere misurata con apparecchi elettronici dedicati. Oggi gli scienziati suddividono comunemente le onde in quattro bande, che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse attività del cervello: ALFA (7-13 Hz), BETA (13-30Hz), DELTA (1-3Hz) e THETA (3-7Hz).
I battiti binaurali sono generati da frequenze hertziane asincrone che arrivano alle due orecchie e stimolano il cervello in maniera specifica a seconda della loro intensità. I battiti binaurali interagiscono con le onde hertziane che sono prodotte normalmente dal nostro cervello durante le sue fasi di attività.
Secondo quanto scoperto sui battiti binaurali, particolari effetti si ottengono applicando, con l’utilizzo di cuffie stereofoniche, alcune frequenze hertziane asincrone che l’orecchio umano non coglie ma il cervello sì. Applicando, per esempio, 500Hz a destra e 510Hz a sinistra rispettivamente, si produce nel cervello un tono differenziale fisso di 10 Hz, cioè in pieno livello delle onde ALFA, che favorisce processi di alterazione della percezione attraverso lo stimolo, assolutamente naturale, della produzione biochimica di endorfine.
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